LE PRINCIPALI MALATTIE OGGI TRATTATE CON CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE SONO:
Leucemia acuta mieloide e linfoide
Leucemia cronica mieloide
Sindromi mielodisplastiche (leucemia refrattaria con eccesso di basti; leucemia refrattaria con eccesso di blasti in trasformazione, leucemia acuta mieloide secondaria)
Disordini linfoproliferativi (leucemia linfatica cronica, linfomi non di Hodgkin, linfomi di Hodgkin, mieloma multiplo).
Malattie da immunodeficienza o da errori congeniti e precisamente
Sindrome da immunodeficienza severa (SCID = Severe lmmunodeficiency Disease)
Leucemia aplastica severa
Talassemia o anemia mediterranea
Anemia emolitica falciforme
Anemia di Fanconi e anemia di Brockgan – Diamond
Errori congeniti dei metabolismo
La novità degli ultimi anni relativa all’applicazione di cellule staminali emopoietiche cordonali è rappresentata dal loro utilizzo terapeutico nei tumori non del sangue ma di altri organi, i cosiddetti tumori solidi e principalmente a quelli della mammella, al neuroblastoma, al retinoblastoma.
TRAPIANTO AUTOLOGO
Il trapianto autologo richiede l'estrazione (aferesi) di cellule staminali ematopoietiche (HSC) dal paziente e la conservazione delle stesse in un freezer. Il paziente viene quindi trattato con chemioterapia ad alta dose, con o senza radioterapia, con lo scopo di eliminare la popolazione di cellule maligne del paziente, al costo della distruzione parziale o completa del midollo (distruzione della funzione del midollo osseo del paziente di produrre nuove cellule del sangue). Le cellule staminali proprie del paziente tornano poi nel suo corpo (per infusione) e sostituiscono i tessuti distrutti facendo riprendere la normale produzione di globuli rossi. Possono comunque essere necessarie alcune decine di trasfusioni di sangue.
I trapianti autologhi hanno il vantaggio di avere un minor rischio di infezione durante la fase di immuno-compromessione del trattamento in quanto il recupero della funzione immunitaria è rapida. Inoltre, l'incidenza di pazienti che hanno un rigetto (graft-versus-host disease) è molto rara, poiché il donatore e il ricevente sono la stessa persona. Questi vantaggi hanno portato il trapianto autologo come uno dei normali trattamenti di seconda linea.
LE PRINCIPALI PATOLOGIE IN CUI È INDICATO IL TRAPIANTO AUTOLOGO DI CSE SONO LE SEGUENTI:
Mieloma Multiplo e altre discrasie plasmacelluari;
Linfoma Non-Hodgkin;
Linfoma di Hodgkin;
Leucemia Mieloide Acuta;
Leucemia Linfoblastica Acuta (più raramente);
Tumori solidi chemio-sensibili (es. osteosarcoma, seminoma, sarcoma di Ewing, neoplasie mammaria ad elevata frazione di crescita, tumori a cellule germinali);
Malattie autoimmuni (LES, sclerosi sistemica progressiva, artrite reumatoide);
Malattie neurologiche (Sclerosi Multipla);
Malattie infiammatorie intestinali (es. Malattia di Crohn).
TRAPIANTO ALLOGENICO
l trapianto HSCT allogenico coinvolge due persone: il donatore (sano) e il ricevente (paziente). Il donatore deve possedere un tipo di tessuto compatibile con il ricevente. L'accertamento della compatibilità viene eseguito sulla base della variabilità a tre o più loci del gene del complesso maggiore di istocompatibilità (gene HLA) per ridurre le possibilità di graft-versus-host disease.
I donatori possono essere correlati (di solito un fratello possedente un gene HLA strettamente abbinato), singenici (un gemello monozigote o "identico" del paziente) o non correlati. Fra parenti stretti (genitori, figli, fratelli) c’è una probabilità di circa il 30% di trovare un donatore compatibile per il trapianto. Il donatore non consanguineo può essere trovato attraverso un registro di donatori di midollo osseo. In questo caso è molto più difficile trovare un donatore compatibile, la probabilità è pari a 1:100.000.
Numero di Trapianti con le cellule Staminali Emopoietiche (Autologhi e Allogenici)
CONSERVAZIONE DELLE CELLULE STAMINALI
Il cordone ombelicale è ricco di cellule staminali in grado di riprodursi qualora trapiantate in un organismo che ne sia stato privato a causa di patologie del sistema ematopoietico. Le cellule staminali contenute nel cordone ombelicale possono essere congelate e conservate a scopo trapianto presso le banche pubbliche per quei soggetti che non abbiano donatori apparentati o non trovino un donatore adulto compatibile nel Registro nazionale o internazionale o in una banca Privata, in questo caso il campione congelato rimane a disposizione della Famiglia.
In Italia la legge in vigore consente la conservazione di sangue da cordone ombelicale attraverso tre diverse modalità:
1. Ad uso PUBBLICO, presso banche individuate e accreditate dalle Regioni in base all'art.18 della legge n.107/1990 e all'Accordo del 10 luglio 2003; il servizio è basato su donazioni volontarie di sangue del cordone ombelicale che viene poi conservato e reso disponibile a chi ne faccia richiesta.
2. Ad uso DEDICATO, nel caso in cui siano presenti nel neonato, nei fratelli o nei genitori patologie che abbiano l'indicazione al trapianto con cellule staminali da sangue cordonale.
3. Ad uso PRIVATO, il sangue può essere raccolto presso tutti gli ospedali in Italia e spedito all'estero per la crioconservazione presso laboratori privati, previa Autorizzazione delle Autorità Competenti, cioè le direzioni Sanitarie degli Ospedali.
Trapianti di cellule staminali ematopoietiche del Gruppo Famicord