Conservazione del Tessuto Cordonale
Il tessuto cordonale (più specificamente la gelatina di Wharton che si trova all'interno del cordone) è una fonte di cellule staminali "mesenchimali". Il tessuto cordonale può essere raccolto al momento del parto se i genitori otterranno adeguata autorizzazione dalla Direzione Sanitaria per il prelievo del Tessuto cordonale.
Le cellule staminali mesenchimali della gelatina di Wharton, possono dare origine ad altri tessuti come osso e cartilagine, oppure possono rigenerare organi danneggiati come cuore, fegato o polmone. Questo ancora nuovo e sperimentale ambito di applicazione si chiama "Medicina rigenerativa" ed è la chiave per altre possibili applicazioni terapeutiche.
Perchè è importante la loro conservazione
100 Trials clinici
Ci sono attualmente oltre 100 trials clinici in tutto il mondo per contribuire a trattare le condizioni patologiche che possono verificarsi nel corso della vita come l'osteoartrosi, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni e malattie neurologiche anche degenerative.
Un'opportunità per le malattie non curabili oggi
Le cellule staminali mesenchimali (MSC) potranno essere utilizzate per aiutare a migliorare le condizioni dei pazienti che non hanno ad oggi una cura efficace. Le MSC hanno la capacità di rispondere all'infiammazione e di aiutare a riparare i danni ai tessuti. Preservare le cellule staminali mesenchimali al momento del parto potrebbe significare, in futuro, di avere più opzioni terapeutiche per la tua famiglia.
Una sicurezza per l'intera famiglia
Le applicazioni terapeutiche con le cellule staminali mesenchimali non richiedono alcuna compatibilià e per questo, potranno essere utilizzate in caso di necessità da tutti i membri della famiglia.
Il nostro Gruppo possiede già esperienza di utilizzo clinico sperimentale (autorizzato dalle Autorità Competenti) di cellule staminali mesenchimali della Gelatina di Wharton nella cura di Malattia da Rigetto (GVHD) e nelle malattie del sistema nervoso come: paralisi cerebrale, SLA, sclerosi multipla, ischemia cerebrale e autismo.